C’erano una volta i chioschi e gli autonegozi arrangiati senza molte pretese, la vendita del cibo di strada come soluzione improvvisata per sbarcare il lunario, professionalità poca, attenzione alla comunicazione nessuna, attività di marketing… che?
Sembra trascorsa un’era da quando l’attività del food trucker si esauriva praticamente in tre mosse:
- Arrangiare un camioncino per trasporto e preparazione del cibo da vendere;
- Procurarsi le materie prime per elaborare i prodotti;
- Individuare e “conquistare” una piazza dove posizionarsi col proprio mezzo.
Oggi chi si riduce a questo profilo di imprenditore è destinato al fallimento.
La qualità dei veicoli food truck e dell’offerta culinaria sono cresciuti tantissimo, il cibo di strada non è più un settore minore, una nicchia squalificata e squalificante all’interno del settore della ristorazione, ma una macro-tendenza divenuta moda, anche grazie al cambiamento delle abitudini alimentari e delle modalità in cui si consumano i pasti.
La concorrenza nel settore dello street food è aumentata esponenzialmente, anche in virtù della partecipazione di nuovi attori con ingenti capitali e risorse da investire: ristoranti, gelaterie e pasticcerie di successo, catene di ristorazione e fast food, aziende operanti in settori diversi che utilizzano food truck e cucine itineranti come strumento e occasione per promuovere il marchio e i loro prodotti/servizi (vedi l’esempio del Tesla Destination Tour).
In tale contesto il successo lo consegue solo l’imprenditore che punta sulla qualità degli asset (food truck e prodotti di alto profilo), supportandoli con adeguate strategie di street marketing e comunicazione.
La strategia di marketing comincia dal prodotto
Se un mercato è ricco di concorrenti, non possiamo permetterci di affrontarlo con un’offerta mediocre e superflua. Dobbiamo farci notare, restare impressi nella memoria dei nostri clienti.
Per questo viene innanzitutto il prodotto che dovrà essere studiato prima di aprire l’attività street food e dovrà possedere alcune caratteristiche:
- alta qualità;
- adeguato ai costumi alimentari dei luoghi in cui viene proposto;
- distinguersi in qualche modo a livello di ingredienti, preparazione o presentazione;
- mangiabile comodamente per strada e pensato per l’asporto;
- adatto alla stagione in cui viene offerto.
Per identificarlo può essere utile fare una ricerca di mercato analizzando chi sono e cosa offrono i concorrenti che già operano nell’area in cui si ha intenzione di inserirsi.
Inoltre, si può cercare l’ispirazione osservando le idee più originali degli street food di successo.
All’identificazione del prodotto si accompagna il concepimento del nome dell’attività e il disegno del logo, due attività che, a meno di non possedere un talento personale, bisognerebbe affidare a dei professionisti.
Stabiliti i pilastri intorno a cui ruota l’attività, arriva il momento di concepire un food truck coerente e all’altezza della sfida. Dovrà essere:
- a norma di legge per non incappare in sansioni o fermi attività ed in ogni caso per assicurare l’adeguata conservazione e manipolazione dei cibi;
- ergonomico per agevolare il lavoro a bordo;
- dotato di attrezzature di prima categoria per offrire ai clienti un servizio di qualità;
- bello esteticamente, un food truck dal design raffinato, per colpire l’occhio dei passanti prima che il loro palato;
- riportare i canali social e il sito web.
Qui diciamolo chiaramente, risparmiare poche migliaia di euro per comprare un food truck che nel tempo rivelerà i suoi limiti non ha alcun senso.
Si tratta del veicolo su cui il commerciante ambulante trascorre gran parte della sua giornata lavorativa: mezzo di trasporto, strumento di lavoro, spazio físico e spazio di comunicazione, tutti in uno.
Se un investimento iniziale più alto si traduce in un concetto di food truck all’altezza delle proprie aspettative e in linea con le migliori realizzazioni in circolazione, non bisogna avere remore, lo sforzo iniziale sarà ripagato cento volte.
Comunicare e promuovere il combinato food + truck
Prima si è posto l’accento sulla qualità del prodotto anche perchè un buon prodotto è più facile da raccontare al pubblico e ai potenziali clienti. In questo senso non va dato per scontato che il cibo di strada buono si venda da solo e basti il passa parola per promuoverlo.
Il prodotto va “spiegato” con una comunicazione che metta in risalto le sue caratteristiche distintive, le qualità che lo rendono unico.
Sul sito web, nei social network, attraverso la grafica del food truck, per mezzo del packaging e dei contenitori per l’asporto, ogni spazio e ogni canale vanno sfruttati per comunicare, incuriosire e convincere della bontà del proprio street food.
Le nuove tecnologie e i nuovi canali non sostituiscono ma integrano le strategie tradizionali basate su volantini, passa parola e comunicazioni a voce.
Marketing tradizionale e marketing non-convenzionale vanno a braccetto:
- Con il veicolo, le lavagne che riportano il menú del giorno e i cartelli promozionali, si fa street marketing.
- Con il sito web e i social media si fa web marketing e storytelling, comunicando il programma degli spostamenti e degli eventi a cui si parteciperà, pubblicando le foto racconto e i video più belli e significativi.
Festival ed eventi street food costituiscono ulteriori occasioni non solo commerciali, ma promozionali, da sfruttare a pieno.
Tutto contribuisce a far crescere la notorietà del food truck e della sua offerta alimentare; bisogna industriarsi, essere creativi: come dimostra Francesco Orrù, un ragazzo di 21 anni che a Cagliari ha avviato il progetto “Itinerant Street Food” e lo promuove attraverso un format di stile televisivo con tanto di aspiranti chef che si sfidano a bordo di tre ape food truck.
Avere successo nel settore dello street food oggi richiede una varietà di abilità pratiche, comunicative e relazionali. Bisogna essere imprenditori a tutti gli effetti, conoscere il mercato e dominare a sufficienza le tecniche comunicative e promozionali.
Bella sfida, certo, ma anche opportunità di guadagno importante, soprattutto per coloro che abbracciano lo street food come attività complementare di un business più esteso e articolato.
Vi sono esempi di imprenditori e chef che sono partiti con un ristorante tradizionale e poi hanno comprato un food truck per dare più visibilità alla loro attività e, all’opposto, esempi di persone che hanno iniziato con un’attività itinerante e poi hanno aperto dei locali con sede fissa.
Sono tutte fonti d’ispirazione, tutta gente che ha saputo implementare buone strategie pubblicitarie, di marketing e comunicazione.