La direttiva Bolkestein è un atto approvato dal parlamento europeo nel 2006, e recepito dall’Italia nel 2010, ma mai entrato in vigore per scelta dei governi succedutisi da allora.
Prevede che siano messe a bando molte concessioni pubbliche con l’obiettivo di favorire l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi e la libera circolazione dei servizi all’interno dell’Unione Europea.
Dopo la sentenza della Corte di Giustizia che nel 2016 sanzionò le pratiche del rinnovo automatico delle concessioni e dell’assegnazione tramite accordo diretto pubblico-privato, il governo aveva rimandato di un altro anno l’attuazione della direttiva.
Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento per un ulteriore rinvio al 2020 della direttiva Bolkestein.
I venditori ambulanti già operativi tirano un sospiro di sollievo perché un punto della direttiva europea riguarda gli spazi pubblici destinati al commercio ambulante, prevedendo la liberalizzazione del mercato dei posti della vendita su strada e la loro messa a bando con precise regole sulla durata delle licenze e sulle modalità di riassegnazione una volta scadute.
In Italia le licenze di questo tipo vengono, di solito, ereditate in famiglia o vendute dal titolare a un nuovo commerciante.
Quando entrerà in vigore la direttiva Bolkestein le cose cambieranno: il commercio ambulante in zone demaniali, in prossimità di monumenti o nel centro storico, potrà essere esercitato per 7 o 12 anni al massimo, dopodiché si dovrà competere con altri operatori per la riassegnazione di un’area pubblica.
Questo si tradurrà necessariamente in un maggiore dinamismo e nell’apertura del mercato all’ingresso di nuove imprese.
Il passo più rappresentativo dell’emendamento con cui il governo protegge gli attuali operatori del settore del commercio ambulante è il seguente: “al fine di garantire che le procedure per l’assegnazione delle concessioni del commercio su aree pubbliche siano realizzate in un contesto temporale e regolatorio omogeneo, il termine delle concessioni in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione e con scadenza anteriore al 31 dicembre è prorogato fino a tale data” (precedentemente stabilita nel 2020).
Come dichiarato da alcuni portavoce del governo, i due anni servono a dare un po’ di tempo a una categoria di piccoli imprenditori particolarmente esposta agli andamenti del mercato e del settore turistico.
Nonostante i commercianti ambulanti, con sede fissa e licenza limitata a un’area demaniale precisa, chiedano che l’attuazione sia non solo rimandata, ma definitivamente respinta, è improbabile che ciò accada. L’Europa ha intrapreso un chiaro percorso di liberalizzazioni in tutti i settori dell’economia che al momento non appare reversibile.
Il tema interessa meno invece a tutte quelle imprese che operano nel settore del commercio ambulante con autonegozi, food truck o altri veicoli commerciali, godendo quindi della libertà di muoversi secondo le loro esigenze e i loro obiettivi di business.
In tutti i casi, dopo il 2020 l’entrata in vigore della Bolkestein darà nuova linfa alla vendita di veicoli per il commercio itinerante, un settore che si muove in controtendenza facendo rilevare tassi di crescita importanti.
In questo senso, sono vari i motivi per cui conviene acquistare un food truck e aprire un’attività itinerante. Uno di questi è proprio l’estrema mobilità che permette, insieme alla moltiplicazione di opportunità che offre.
Per chi avesse intenzione di aprire un’attività di streed food liberandosi dai vincoli legati alla sede fissa, puntare su un veicolo food truck è una soluzione ideale e a portata di tasca, anche considerando l’opportunità di ricevere finanziamenti.
Al di là del settore della cucina di strada, l’utilizzo di veicoli per la vendita e la promozione itineranti non solo sottraggono gli operatori del settore alle limitazioni di una postazione fissa, ma permettono di andare a cercarsi le opportunità di business ovunque esse siano.
È solo una questione di iniziativa e intraprendenza, qualcosa di cui nessun imprenditore può fare a meno.