In un precedente articolo abbiamo visto come la manovra finanziaria per il 2018 (Legge di Bilancio) abbia avuto ampia risonanza nel settore del commercio ambulante per via del rinvio al 2020 della direttiva Bolkestein.
Questa grande attenzione su un tema che coinvolge decine di migliaia di venditori ambulanti in Italia ha fatto passare in secondo piano un altro punto della legge di bilancio di grande rilievo per il settore alimentare e in particolare per lo street food.
L’ARTICOLO 1, COMMA 291 afferma che dal 2018 gli agricoltori possono “vendere prodotti agricoli, anche manipolati o trasformati, già pronti per il consumo, mediante l’utilizzo di strutture mobili nella disponibilità dell’impresa agricola anche in modalità itinerante su aree pubbliche o private”.
La norma è stata salutata con soddisfazione da Coldiretti il cui presidente, Roberto Moncalvo, ha dichiarato che ad agricoltori e contadini è ora permesso di: “vendere direttamente i propri prodotti anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo, dalla polenta fritta veneta alle olive all’ascolana, dalle panelle siciliane ai peperoni cruschi lucani, dagli arrosticini abruzzesi ai frullati della salute direttamente dal produttore al consumatore, anche in forma itinerante”.
La misura è importante per il settore food perché favorisce il rapporto diretto fra produttori e consumatori, in sintonia con le esigenze di un mercato che ha dimostrato di apprezzare sempre di più il km0, la genuinità dei prodotti e la qualità dei piatti.
Street food: nuova opportunità di business per agricoltori e autonomi
Per anni la Coldiretti e la fondazione Campagna Amica hanno lottato per offrire la possibilità all’imprenditore agricolo di entrare in prima persona nel settore del food e della ristorazione mobile.
Battaglie a difesa di una categoria volte ad adeguare la normativa ai cambiamenti in atto nella società, che hanno visto la trasformazione del contadino in imprenditore agricolo, protagonista e responsabile anche del benessere, della salute, della qualità delle materie prime e dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole.
Era giusto che anche agli agricoltori fosse garantito il diritto alla vendita non solo delle materie prime, ma anche dei prodotti finiti manipolati e pronti al consumo. Per converso anche i consumatori avevano diritto a godere di un rapporto diretto con i produttori, con tutti i benefici che ciò comporta in termini di costi e qualità degli alimenti.
Come spiega la Coldiretti: “ora sarà finalmente possibile farlo acquistando direttamente a chilometri zero dagli agricoltori e dagli allevatori a garanzia della genuinità e della qualità ma anche del rispetto degli ingredienti e della vera tradizione enogastronomica made in Italy”.
Va sottolineato come le nuove norme siano anche un modo per regolamentare una pratica di fatto già diffusa durante fiere ed eventi street food e nei mercati contadini ambulanti, dove accanto ai prodotti della terra vengono esposti e venduti cibi cucinati, spesso adoperando banchi temporanei non a norma.
Pratiche ancestrali non più al passo con i tempi e con le normative sanitarie attuali.
2018: anno di rivoluzione nel settore food
Il 2018 è stato proclamato anno internazionale del cibo italiano nel mondo, un evento che avrà ricadute positive su tutto il comparto. Questa occasione si incrocia con un’altra grossa novità: dal primo gennaio è in vigore il nuovo regolamento europeo sui novel food che permetterà di vendere e servire insetti.
Questo vuol dire che si cominceranno a mangiare grilli fritti della Cambogia, vermi della farina provenienti dalla Thailandia, tarantole arrostite del Laos, bachi da seta dall’america, e così via includendo scorpioni, scarabei e altri esseri più o meno dis-gustosi.
Poco importa che la metà degli italiani la dichiari una novità poco attrattiva, la via è indicata e prima o poi questi cibi diventeranno parte del nostro bilancio alimentare.
Mettiamo insieme queste novità dell’industria alimentare, con la nuova possibilità offerta agli agricoltori di vendere direttamente cibo elaborato e piatti caldi, aggiungiamo la liberazione del settore del commercio ambulante rimandata di due anni, ma destinata a dare un ulteriore scossone al mercato, e abbiamo tutti gli ingredienti per una rivoluzione nel settore dello street food con enormi opportunità per tutti.
Opzione food truck per contadini imprenditori
Il settore dello street food è in espansione da anni, un mercato che offre opportunità di business a tutti, perché l’offerta o vendita di cibo e bevande costituisce sempre una buona occasione per promuovere il proprio marchio e la propria attività, anche se questa non è strettamente legata all’industria alimentare.
Un esempio interessante, tra i tanti che si potrebbero fare, è il tour promozionale che la multinazionale Tesla ha programmato nel 2018 per pubblicizzare le proprie auto elettriche. Il settore automobilistico ha poco a che vedere con il cibo di strada, eppure è proprio quest’ultimo che viene sfruttato da Tesla come occasione per promuovere il suo core business.
Nel caso di Tesla è stata fatta una partnership con VS Veicoli Speciali per realizzare un rimorchio per lo street food innovativo ed energeticamente autonomo grazie, tra l’altro, proprio alle batterie di nuova generazione progettate da Tesla.
In altri casi, imprese e multinazionali optano per l’acquisto o noleggio di intere flotte di food truck per promuovere i loro prodotti e servizi.
Se entrano nel settore food imprese operanti in altri campi, non c’è ragione perché non lo facciano gli agricoltori che avendo le materie prime a disposizione, e potendo sfruttare canali di approvvigionamento, distribuzione e vendita già conosciuti, hanno da quest’anno tutte le carte in regola per prendere l’iniziativa e conseguire il successo.
Agrofattorino è un esempio di come si possa fare imprenditoria agricola in modo innovativo e moderno.
L’acquisto di un veicolo street food è un’opzione assai allettante perché permette di estendere il raggio d’azione della propria economia agricola, fornendo il mezzo di trasporto, lo strumento per la preparazione dei cibi, il punto di vendita e il canale di comunicazione, tutti in uno.
Avviare un’attività street food non è complicato, basta un modesto investimento iniziale per far evolvere la propria figura di contadino imprenditore, incorporando le prerogative del commerciante ambulante e del ristoratore mobile.